mercoledì 18 giugno 2008

NUOVE SENSIBILITA' - Martedì 17 Giugno, Teatro Nuovo

di Valerio Balestrieri

5 atti unici da 20 minuti, 5 progetti, 5 Compagnie, 5 Regioni differenti.
Un unico filo rosso che li accomuna…i 5 sensi.

MY Showreel

Durata: 100 minuti + intervalli
TARGET -
Spettatore livello BEGINNER dai 20 anni in su

LA VISTA
Di punto in bianco, testo, coreografia e regia Lara Guidetti
Il corpo sociale si muove, si agita, agisce in azione perenne tra voci e rumori che non sono né musica ne disturbo. E’ più un suono univoco, il suono del tutto. Il corpo vive in questo tutto agendo senza senso…le azioni quotidiane riproposte in rapida sequenza meccanica sanno più di androide che di uomo. D’un tratto il ‘patatrak’! Un virus porta la cecità ad un intera popolazione che viene così ‘oscurata’ in un ‘ghetto’; è qui che i ‘malati’ smettono di agitarsi (vivere) e cominciano (o ricominciano?) a strisciare. E’ la vista il mezzo. E’ la vista il linguaggio sociale comune. Senza occhi è tutto un groviglio di corpi che si aggrappano l’un l’altro. Non è più vita.
L’OLFATTO
Zia Rosa di Tennessee Williams, regia Valentina Rosati
E’ una zia come tante, tutta cucina e attenzioni per i nipoti (uno ‘di carne’ ed uno acquisito) che l’hanno accolta in casa. E’ ripiegata su se stessa, come chi ha incassato molti pugni dalla vita. Adora e odora le rose; il suo unico e solo ‘impegno’ è salvare il roseto dal vento e così, in attesa della bufera, munita di forbici taglia i boccioli. I nipoti sono vuoti; tv e chiacchiere. La zia è un peso, deve andare via. Il dolore la distrugge e stretta nel roseto si lascia morire nell’ennesima tempesta. L’olfatto è il suo tramite, è il filtro che all’odore di rosa, rende tutto più sopportabile, persino la morte.
IL GUSTO
L’albero, di Francesco Ghiaccio, regia Marco D’Amore
Due fratelli, uno andato e uno rimasto. Giocavano insieme sotto un’albero. Adesso quello ‘rimasto’ è solo. Mangia, i buoni ‘sapori di una volta’ ricorda non volendo ricordare. Dimentica allora, i giochi e le persone. Anche qui c’è odio e sopravvivenza. Il mondo è scomodo specie per chi è solo. E se il fratello torna? Allora si può ricominciare a giocare. Sotto quell’albero magari, da cui in verità non si è mai allontanato. I rami alti, sono alti, solo perché alla base c'è il tronco che li regge. E’ questo il trucco. E’ questo il sapore della vita ‘di famiglia’.
L’UDITO
Family Show, regia e drammaturgia Lorenzo Facchinelli e Mara Ferreri
Tutti in un acquario, come pesci tropicali. E’ questa l’immagine voluta. Pesci rari, di colori e forme diverse che vivono nella stessa poca acqua. E’ una famiglia. Le relazioni sono telefoniche, gli intrecci viaggiano sul filo dei non detti (sempre al telefono). Incontri e scontri, nati per volontà o per caso, nell’era di una comunicazione filtrata da apparecchi; e si sta assieme giusto il tempo di una foto: un istante. Ci si sente, ma non ci si ascolta, l’udito è solo per se stessi.
IL TATTO
Affascinata
, testo e regia Giuseppe L.Bonifati
Il tatto delle due mani giunte in preghiera. Il tatto del tocco della ‘tammorra’ che accompagna la scena. Il tatto delle mani di chi sa togliere ‘l’affascino’ con acqua e olio. Come nella tradizione di Roberto De Simone di donna c’è solo un carattere mascolino, quasta volta a petto nudo. Sacro e profano si intrecciano, come dita; l’anziano che comprende e vorrebbe conservare, il giovane che vuole a tutti i costi ‘provare’. E’ il gioco delle parti, sotto un velo di cultura popolare che in qualche modo cerca di preservare, con il magico, le virtù. Ma in un modo o nell’altro il tatto, il toccarsi di uomo e donna in questo caso, prima o poi, farà il suo corso.

Valerio Balestrieri

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