venerdì 27 giugno 2008

Adonis&Valduga poetry show

Secondo gli addetti ai lavori sarà il prossimo Premio Nobel, e dopo averlo ascoltato al Grenoble, o in mezzo al pubblico durante la Conversazione a Palazzo Reale con la collega Patrizia Valduga (in versione Crudelia Demon, perfida e dolcissima, eccessiva e fragile come al solito, porcellana tostissima sotto i veli da bambola di chiffon nero, che gli si è inginocchiata davanti per esprimere in modo scenografico, chiaro ed esplicito tutta la sua stima), risulta chiaro il perché. Adonis è il più grande poeta arabo vivente, ma soprattutto un poeta vero, un uomo che ha investito tempo, immaginazione, fatica, anni di studio, anni di carcere ingiusto nel suo Paese per difendere la dignità delle parole. Le sue opere sono un antidoto alla lamentazione quotidiana che ci fa vivere di meno, una cura urto sia contro il "noi" violento e ideologico che soffoca la libera espressione in tanti Paesi del mondo arabo, sia contro l'individualismo miope e slegato dal contesto che inaridisce la società occidentale. Non ha tempo di parlare di dialogo, perchè il dialogo lo vive tutti giorni, a Napoli, Beirut, Damasco o Parigi. Perché"l'io non esiste se non in rapporto con l’altro, anche quando vado verso me stesso devo passare dall’altro, l’altro è più di una parte nel dialogo, fa parte degli elementi che costituiscono l’io. Il noi dell’arte è diversificato, molteplice, ma non è mai in contrasto con qualcosa. Napoli è un esempio vivente di questo: mille strati di culture diverse in un unico luogo, la tomba di Virgilio accanto a quella di Leopardi, una continuità che mescola passato, presente e futuro, una forma di dialogo attraverso lo spazio e il tempo". Con l'arte si può parlare, ripete Adonis, conoscere i popoli attraverso l’arte è una forma di intelligenza che assomiglia all’amore. Anche in "Alberi adagiati sulle luce", il testo che il poeta siriano ha scritto per il Festival, Leopardi, Masaniello, Garibaldi, Marinetti, gli studenti incrociati per strada o le donne che passeggiano per Via Toledo sono un pretesto per svelare la profonda positività, la luce misteriosa nascosta nel fondo delle cose. Ma l'arte vera è scomoda, perché rivela l'uomo a se stesso, e difficile da rintracciare, perchè seppellita sotto tonnellate di mediocrità convenzionale. "La letteratura è diventata un prodotto industriale, una merce come un’altra, quindi ha bisogno di un mercato, non è più importante il valore ma deve rispondere alle esigenze delle masse e questo non si può combattere che in un modo, creando opere d’arte molto, molto belle. E’ questo l’unico modo concreto per contrastare questa tendenza, non si possono imporre divieti o limiti alla produzione intellettuale. La produzione ottima è quella che si afferma da sola, il tempo seleziona, molti grandi successi sono fuochi di paglia, si bruciano subito e lasciano solo cenere, il grande artista spesso parte in sordina, cresce lentamente nel tempo, ma poi il suo fuoco non si spegne più".

Silvia Guidi, lettera22

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