venerdì 27 giugno 2008

NAPOLI, PUNTO E A CAPO di Valerio Balestrieri

La piecè d’atmosfera di Roberto Andò vive l’emigrazione senza confini di spazio e di tempo

PROPRIO COME SE NULLA FOSSE AVVENUTO

di Roberto Andò

da Anna Maria Ortese e da Diego de Silva e Vincenzo Pirrotta
musiche Marco Bettascene

costumi e luci Gianni Carluccio
ideazione del suono Giuseppe Rapisarda

Durata: 85 minuti
TARGET - Spettatore livello EXPERT dai 30 anni in su

MY Showreel

DRAMA – Napoli come la “Dogville” del regista danese Lars Von Trier, anche se non disegnata; qui le case (gli spazi o le identità) restano circoscritte in vasche con un ‘pavimento’ d’acqua, in cui camminare con stivali di gomma. E’ l’uomo che si adatta alla sua condizione: “Lasciam’ fa a Die!”. Persone come spettri galleggiano in una continua "nazzecata" (il lento procedere dei Perdoni dietro le processioni) e fanfare funebri si alternano a suoni e voci di metropoli. “La città si copriva di rumori come per non pensare”. E’ tutto un imperfetto ed un passato remoto, fatto di scialli neri, fischi, preghiere e attese: “Gli altri non esistono se non come opportunità di colloquio, ed ogni colloquio è un monologo con se stessi”. Persino per due bambini al calcio balilla il tempo non passa: sempre lì, stessa palla, stessa partita, stessi giocatori. “La gente non sopporta la noia, perché la noia gli ricorda chi sono.” Via di scampo il mare, la nave, una partenza, la speranza, il Nuovomondo, inseguendo l’ennesima processione dietro un Santo vivo che declama. Ma stavolta la Processione si stende, prende il pubblico e lo trascina verso il porto; il procedere è lento a suon di marcia funebre. Non si distingue più chi parte (attori) e chi resta (spettatori). Quindi il ponte della nave e l’addio amaro: “Un paese deve consentire la crescita di anime e coscienze”. E si parte. Ma c’è ancora spazio per un’ultima riflessione: “La libertà è un sogno? No! E’ un respiro.” Buio.

SET – Ambientato in tre location propone un primo spazio fatto di vasche (case) e porte senza muri. La Platea è ad un passo. Di sfondo un’autobus, simbolo di viaggio, anche se breve. Di contorno spazio di rumori. Ogni vasca è un quadro di dettagli e di condizione. Peccato non siano visibili dall’alto. Il secondo spazio è il percorso, quello che conduce alla nave. L’esserci è simbolico. Il terzo è un molo, con ponte di nave, mare e Napoli di notte come vivo fondale.

ACT – La recitazione è spicciola, riflessiva ma anche imbastita di napoletanità. Passaggi live si alternano a brusii pre-registrati. Si parla sempre su un tappeto sonoro. E’ più un lento andare, sempre, apparente andare senza muoversi. La processione con banda e finale sono di atmosfera Emir Kusturica.

MOOD – Una regia cinematografica, fatta di primi piani e dettagli; Inclusiva e avvolgente capace di sfruttare le doti panoramiche e simboliche della location. Lo spazio di apre a tal punto che attori e figuranti al passaggio di aerei di linea (veri) sollevano lo sguardo. Per tutti, partire è un po’ come morire.

Una produzione
Napoli Teatro Festival Italia
in coproduzione con
Cooperativa Gli Ipocriti

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