mercoledì 25 giugno 2008

“De entre la luna y los hombres”

VENDEMMIANDO PASSI. IL SUCCO DELLA VITA

di Tommaso Chimenti Bencini

NAPOLI – Dovrebbero colpire i passi, che tacco-punta rumoreggiano setacciando la terra, solcando il confine, mettendo i puntini sulle i, ma sono le mani, come rami indomiti, le protagoniste della piece flamencheira esaltata da Fuensanta. Donne. Davanti. E uomini. Dietro. In un cono d’ombra. Ballo e canto da una parte. Strumenti dall’altra, mani e scatola scalfite come grancassa. E se la ballerina sta sul boccascena, dietro un velo trasparente, di nostalgia, di passato, e quindi d’eterno, la voce di Eva Duran, strazia, si tormenta e si addolora, alter ego vocale dei passi, grintosi ed energici della primadonna. Come generazioni che si capiscono, si supportano. In bianco come una statua greca, ferma, immobile con fare deciso ed il velo che diventa vello e poi mantello, arma che si trasforma in panni stesi, in coperta ed abbracci (senza scomodare Linus), in madre, in telo da corrida, in bandiera, in gonna, stola di pelliccia, abito dentro il quale proteggersi, nascondersi. Schiocca le dita come nacchere e Fuensanta prende di petto la musica, la conduce, e non l’opposto, trascina rabbiosa in una guerriglia con la se stessa (ciò che era, ciò che ne rimane) sdoppiata nel video, una battaglia di tip tap con i tacchi alti che s’inseguono giocando tra i lenzuoli che calano a dividere, separare zone, confini, vicoli, strade, percorsi. Resistenza e ribellione al ruolo imposto dall’esterno, tra la Luna, madre che vede e protegge, e gli uomini che, disperati, non hanno altri mezzi che la costrizione per reprimere spiriti liberi. E’ vero che la Luna è illuminata di luce riflessa ma è altrettanto vero che gli uomini non sono il Sole. Questo passa. La donna-Luna, nella storia, nel mito, nella realtà della nostra società, scatena ancora le maree, sposta le opinioni, decide, forse non in maniera così evidente e estroversa, le sorti. Alza e abbassa le mani in un abito che da bianco candido innocenza si fa nero coercizione fino al rosso consapevolezza nello sbocciare pieno e maturo dell’esser donna completa. Come gli applausi che la sovrastano.

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