mercoledì 18 giugno 2008

ENGLAND

Due persone. Un uomo e una donna. In una galleria d'arte che potrebbe essere qualunque galleria d'arte. Comunicazione frammentata. Frammenti di informazioni. Capiamo che la donna è malata di cuore. Capiamo che il suo "ragazzo" è un mercante d'arte. La bellezza dell'arte, dei quadri. La spaventosa morte. La perfezione. L'imperfezione. Uno spettacolo che ruota intorno ai temi dell'identità, della cultura, dei viaggi, della comunicazione.
Spettatori e attori si mescolano in uno spazio che ha superato le barriere di palco e platea. Due gli ambienti, all'interno della stessa galleria, in cui si svolgono i due atti della pièce. In mezzo, uno spazio comune nel quale gli spettatori vengono portati altrove, in un luogo in cui convivono intimo e universale, dove grandi concetti etici e morali sventolano alle spalle delle personali storie dei due personaggi.
L'ultimo lavoro di Tim Crouch, nel riadattamento italiano di Carlo Cerciello, è un susseguirsi di frasi, secche, imperative, lasciate fluttuare nell'aria, due voci che si alternano e, di quando in quando, parlano all'unisono. Niente ci è chiaramente spiegato, allo spettatore il ruolo di mettere insieme i pezzi del puzzle.
Due perfetti inglesi, molto eleganti, molto sobri, con un self control tutto "british", alle prese con la tragedia di una malattia, vedono crollare il loro mondo di bellezza, di arte. La donna è malata. Il potere dei soldi le riesce a procurare un nuovo cuore e le regala ancora alcuni anni di vita. Dall'altra parte del mondo una donna ha perso il giovane marito. La donna e il suo nuovo cuore viaggiano per ringraziare, per portare un dono alla vedova del donatore, per il nuovo cuore che ora le batte dentro procurandole un certo senso di estraneità. In compenso riceve indietro una nuova storia su come il cuore è stato ottenuto, non donato. Quel cuore, in cui la vedova riesce ancora a sentire il marito. Una pièce adatta ad essere trapiantata in molteplici luoghi, pur rimanendo intatta nella propria intensità.

Eleonora Tedeschi

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