sabato 28 giugno 2008

"Pantagruel Sister-in-Law" di Silviu Purcarete

PANTAGRUEL SISTER IN LAW - Ingredienti per una sera di giugno:
-Un palco 16x12
-16 attori, 2 musicisti
-Un pulcino invisibile
-Un dito fastidioso
-Stoviglie in abbondanza
-Tavoli, secchi, candele, lenzuola
-Suoni
-Rumori sinistri
-Acqua
-Farina
-Abbondante ironia

PREPARAZIONE
Azzerare sesso e caratteri dei personaggi.
Esumare un corpo fresco e nudo dalla sabbia ed estrarre gli organi.
Prendere l'istinto di sopravvivenza e tirarlo ai massimi creando fame e poi fame di altra fame, come dire di altra vita.
Riempire ogni angolo della scena con movimento continuo.
Aggiungere sentimenti rozzi e reazioni primitive.
Intessere, in frenesia di branco famelico, trame d'umanità estrema e montare a neve. 
Mettere da parte un po' d'inquietudine, per far passeggiare allegramente un uomo decapitato in un cimitero di sudari animati.
Utilizzare musica, canto lirico e coro per drogare i sensi.
Destrutturare ogni convenzionalità.
Aggiungere succo di sogno, crema di ipnosi e polvere di incubi assordanti, evitando tuttavia che il preparato di nonsense si ammassi e faccia i grumi.
Se la maionese di corpi impazzisce, alzare il fuoco di rumori, percussioni, belcanto e urla, per tenere a bada i demoni.
Infornare nel boccascena e lasciar cuocere per circa 90 minuti.
Servire dinamico, sporco, sudato e sorridente.
Attenzione: non prendere mai niente troppo sul serio, non cercare in nessun caso, gustando, alcun sapore di affondo filosofico. Mai abbandonarsi alla disperazione, mai pretendere niente di più di una semplice autopsia dello spirito.

La frenesia non è solo primitiva, è vero, c'è molto calcolo nel solleticarsi a vicenda quella fame, molto zelo crudele nell'impastare la farina di carne che Pantagruel arriverà infine a consumare, in una sorta di eucaristia orgiastica. Ma è l'unico ragionamento che ci si permette, in questo sogno ad occhi spalancati. Il cervello viene mangiato quasi subito. Ha trovato il proprio spazio dentro lo stomaco. Chissà più di chi. Questo è vero Teatro.

Sergio Lo Gatto, Lettera 22

2 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Sono il primo a lasciare un commento, sono fortunato, ho la pagina bianca. Questa che leggo è poesia e verità, le mie orecchie hanno voglia di ascoltare ancora parole di questo e di altri sogni.
Non ho visto lo spettacolo, non lo vedrò mai, ma ne so le orme e i colori attraverso queste righe rinfrescanti.
Vado a rileggere. Grazie mille. Sorrido.