Il nuovo spettacolo mise en scène di un medley tra opera popolare e opera in musica
LO VOMMARO A DUELLO
Ideazione, drammaturgia, composizione musicale
e regia Roberto De Simone
regista collaboratore Mariano Bauduin
coreografie Renata Fusco, Paolo Romano
scene Nicola Rubertelli
costumi Zaira de Vincentiis
maestro concertatore e direttore d’orchestra Renato Piemontese
MY Showreel
LO VOMMARO A DUELLO
Ideazione, drammaturgia, composizione musicale
e regia Roberto De Simone
regista collaboratore Mariano Bauduin
coreografie Renata Fusco, Paolo Romano
scene Nicola Rubertelli
costumi Zaira de Vincentiis
maestro concertatore e direttore d’orchestra Renato Piemontese
MY Showreel
Durata: 2h e 45 minuti
TARGET - Spettatore livello EXPERT dai 30 anni in su
DRAMA - Perfetta fusione di genere e stili, solo come il ‘maestro’ sa fare. ‘Lo Vommaro’ (1742) di Pasquale Starace incontra di striscio ‘Il duello comico’ (1774) di Giovanni Paisiello; è come se le due storie viaggiassero su binari contemporanei, unico filtro, prima di raggrupparsi nel finale, una luce blu che distanzia. Il lavoro in realtà esprime un estremo gioco linguistico che antepone o compone il vernacolo popolare, la letterarietà barocca e il ricco linguaggio musicale dell’opera, in una partitura drammaturgica a balzi. Tema comune la temporalità: il Settecento. I colori di ‘Lo Vommaro’ sono quelli che ci si aspetta da De Simone come popolarità, ironia, situazioni e costumi in grande stile: la trama da ‘campiello’ è un gioco di detti e non detti tra lazzi, promesse e servitori (di due padroni). Il ‘duello comico’ è un farsa in musica ambientata nella Napoli ‘francese’ con caratteri e maschere di atmosfera goldoniana: anche qui il duello diventa escamotage per risolvere amori, sciogliere nodi con lieto fine da prassi.
SET – La cornice è perfetta; Teatro Mercadante con loggioni e affreschi al soffitto; orchestra in buca, musici acustici in scena. Il vico di sfondo, giocato sui toni bianchi, diventa popolare o borghese attraverso un preciso gioco di luci, che lo rendono funzionale contenitore della piecè.
ACT – Maschere e costumi aggiungono, come dev’essere, e non tolgono forza ai caratteri di scena; profonde certezze come Angela Pagano e Antonella Morea, fedeli scudieri del maestro ed Enrico Vicinanza, nel ruolo di Nora, rendono agevole un genere non per tutti. Perfettamente in sincrono gli altri, interpreti d’opera compresi.
MOOD – Semplicemente alla ‘Roberto De Simone’, profondo, ricco e incondizionatamente espressivo, propone un paio di momenti da enciclopedia del Teatro: la ‘ninna nanna’ a cappella di Angela Pagano e la ‘tammurriata’ di gruppo nel sotto finale. Il lavoro evidenzia la coraggiosa capacità di ‘innesco’ misurato tra arti, storia e linguaggio, modulato da chi, a suo modo, ha contribuito, senza dubbio alcuno, alla storia del Teatro Italiano del ‘900.
Una produzione
Napoli Teatro Festival Italiain
coproduzione con
Fondazione Teatro San Carlo di Napoli
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